Bene, dopo l'adesione aprioristica del Doc. Toyine e i contributi fotografici (e non solo) della La finalmente arriva anche Mario Izzo.
Caro Mario,
non sono certo di aver capito appieno il tuo lavoro ma non importa, apprezzo lo spirito e l'onestà intellettuale e umana con cui me l'hai proposto e quindi non posso che dargli spazio qui, dove tutto è nato, sperando che sia di ispirazione anche per gli altri ad uscire dal loro buco di onanismo comunicativo e finalmente cercare di fare qualcosa con gli altri.
Qui di seguito uno stralcio della lettera di Mario con le intenzioni che hanno mosso il suo lavoro, a seguire le sue visioni e le citazioni delle relative poesie.
Foto Barocca è il termine con il quale indico e assemblo fotografie, disegni arcaici volutamente infantili ed essenziali e un alfabeto inesistente inventato da me. Perché? Della musica barocca mi entusiasma quel suo essere in equilibrio perfetto tra virtuosismi armonici fatti giusto per sorprendere in opposizione a quel suo lasciarsi andare a momenti di solitudine, dolci e malinconici, che aprono delle finestre sull’intimo sentimentale.Ecco io uso lo stesso metro nella costruzione delle Foto Barocche: opporre stupore, incredulità, meraviglia a un qualcosa di molto semplice ma diretto a livello emotivo. [...]
Un’ultima cosa ma non meno importante: le mie immagini non sono illustrazioni dei tuoi versi e tanto meno le tue parole didascalie ai miei lavori. Sono due momenti distinti e separati che possono o no interagire tra loro solo da chi li osserva e li legge. È come si sollecitassero reciprocamente rimanendo per sempre due entità separate.
(…) quella misuratra ciò che ha sensoe ciò che proprio non ne ha(…)(Leggera)
(…) Ancora galleggioe me ne fottose tutto accanto a meaffonda(…)
(…) Non temo più le mie ormee sono fiero dei miei passiarriverò lontano(…)(Impronte)
(…) Quando la terrae il mare si sfioranonulla resta quel che è(…)(Onde)
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