GT MS



GT MS è una sigla nata come maschera dietro alla quale nascondermi nel momento in cui ho cominciato a far ascoltare le cose che combino con chitarre, computer, tastiere, voce e basso, successivamente è nata l'esigenza di pubblicare anche ciò che scrivo ormai da tempo, pensieri poesie e brevi racconti.
La sua naturale evoluzione musicale è stata la nascita di GT MS Music. Ora qui puoi trovare i miei scritti e là la mia musica.

Gualtiero

lunedì 8 settembre 2008

Capitolo 20

Oggi, se di oggi si può parlare in questo "sempre" freddo e buio, sono preda e vittima dei ricordi, non che qua possa avere molto altro da fare se non pensare e ricordare ma oggi sono tutti particolarmente vividi. 
Ricordo di serate passate a guardare foto e immaginare come trasformarle in un'esperienza di vita. 
Ricordo di chitarre in un parco con le zanzare che ti sbranano ma te ne fotti e continui a suonare perché, malgrado tu non sia Steve Vai, quello che sta nascendo è puro e fulgido, qualcosa di inspiegabile, un'alchimia strana e meravigliosa di tre anime che per un istante si sono toccate e da questa unione è nata musica. 
Ricordo le notti di delirio, quelle a cui sono miracolosamente sopravvissuto per uno scherzo del destino o forse per lasciare un testimone di quanto stupidi si possa essere a vent'anni e di quante cazzate si possono collezionare in una sola notte.
Ricordo le telefonate infinite per raccontare anche la minima stronzata, quella infinita sete di condivisione, quella necessità di rendere gli altri partecipi quasi che questo amplificasse il valore di ciò che succedeva.
Ricordo i bivacchi, le notti nei boschi, il sesso fugace e segreto, le sigarette nascoste nello zaino tra i calzini, le prime bottiglie di grappa rubate ai grandi.
Ricordo la prima volta che sono riuscito a suonare e cantare assieme una canzone intera, quanto orgoglio per me stesso, quanta magia in quello che avevo scoperto di saper fare.
Ricordo di essermi innamorato qualche volta, ricordo il pensiero inchiodato su di lei, l'incapacità di avere altro in testa, solo e sempre lei.
Ricordo di aver preso in braccio mi nipote appena nato e aver capito molte cose su me stesso e sulla vita. 
Ricordo la paura, il terrore, il buio nella luce e il freddo nel calore, la solitudine tra la folla che, ignara, mi scorreva attorno come l'acqua di un fiume attorno ad un masso.
Ricordo la rivincita, la stupida vendetta e il gusto agrodolce che mi hanno lasciato in bocca, comunque lo rifarei.
Ricordo alcuni momenti dove, intorno al tavolo, si creava una tale tensione che l'energia poteva dare fuoco al pianeta.
Ricordo di aver lottato, metaforicamente e fisicamente, per diventare ciò che sono, di essermi sfondato il cuore e i polmoni, spezzandomi le unghie lungo le salite scoscese della vita per arrivare dove sono.
Ricordo di avere forza e coraggio sufficienti a farmi combattere e vincere il freddo e il buio che mi circondano qui.

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