GT MS



GT MS è una sigla nata come maschera dietro alla quale nascondermi nel momento in cui ho cominciato a far ascoltare le cose che combino con chitarre, computer, tastiere, voce e basso, successivamente è nata l'esigenza di pubblicare anche ciò che scrivo ormai da tempo, pensieri poesie e brevi racconti.
La sua naturale evoluzione musicale è stata la nascita di GT MS Music. Ora qui puoi trovare i miei scritti e là la mia musica.

Gualtiero

lunedì 21 aprile 2008

La lezione del passeggere

Camminava ancora il passeggere, come l’ombra di un sorriso aveva attraversato campi di battaglia, paesi in fiamme, caotiche città. Le sue impronte si perdevano ormai oltre l’orizzonte, univano rive divise da oceani. Poi, stanco, si sedette in campo mietuto di fresco, poco lontano un contadino consumava il suo pranzo. Vedendo quello straniero il contadino provò una strana stretta al cuore, un misto di paura e gioia e decise di avvicinarglisi.
Buongiorno, le serve qualcosa?!
Solo un po’ di riposo, grazie
Ha la faccia di chi ne ha davvero bisogno... Da dove viene?
Da nessun luogo e da tutti
Oh bella!!!, che stranezza è questa, avrà pure una casa, un paese, una città che può dire suoi??!!
Nulla di tutto ciò! La mia casa sono i miei sandali, il mio paese è il mondo, la mia città sono tutte le città...
Questa è la prima volta che la sento... Ma, se non sono indiscreto, che fa lei nella vita?
Cammino
Cammina???!!! E che lavoro è questo, tutti camminano, chi più chi meno, per andare ai campi, per vedere la morosa, per sgranchirsi le gambe... Ma nessuno lo chiama lavoro!!!
E chi ha parlato di lavorare?!?! Io non lo faccio per denaro, lo faccio per cercare
Cercare che???
Un posto da chiamare casa, un paese, una città da dire mie...
A me pare che il suo discorso si morda la coda... Pero io non sono mai andato oltre la fine dei vigneti là in fondo, non ho mai studiato, saprà ben lei quel che dice...
Non sempre, io cerco la serenità, un luogo che me la doni, un posto dove la pioggia non sembri pianto e i ruscelli lacrime, dove il sole brilli davvero e scaldi il cuore oltre che la pelle, dove l’orizzonte sia un cancello aperto e non un muro da scavalcare, questo, niente altro, vorrei e mi consumerò i piedi a cercare, per tutta l’eternità se necessario
Ma si guardi, non gliene basteranno due di eternità. Cosa ha visto fino a qua, lo racconti ad uno che non mai visto nulla
Ho visto tutto, forse di più!
Allora, caro mio, mi sa che non ha visto nulla, tanto che io ho visto di più!!!
Come?!?!?!
Lo sa quante spighe ha questo campo, sa quanti passi è lungo, quanto ci metterà a tornare al bivio per il paese, come si chiama quell’asino là in fondo e il suo padrone. Quante stelle si vedono da qua, dove siamo, in una notte serena di luglio, e quante negli occhi di mia moglie quando le sollevai il velo, quante lacrime ha pianto mio figlio e quanti sorrisi, quanto male può sopportare un uomo prima di impazzire... lei lo sa???
No!!!
Lo vuole sapere... davvero... io posso dirglielo...
No, non voglio!
Allora vede, io non so nulla... Eppure quante cose so più di lei che tutto sa...
Io credo che un giorno troverà il suo campo e saprà quante spighe ci sono, forse allora, quando un temporale minaccerà di far morir di fame la sua famiglia, allora avrà trovato la serenità... e si copra il capo che oggi il sole picchia.

BigG

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